Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria corsa all’oro da parte di Paesi come Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, pronti a sborsare cifre astronomiche per portare tra le proprie fila calciatori stellari, attori, influencer e persino artisti internazionali.

Ma perché tutto questo interesse? E perché farlo a suon di milioni?

1. Soft power: il potere dell’immagine

In geopolitica, il “soft power” è la capacità di influenzare l’opinione pubblica mondiale senza usare forza militare. Ingaggiare personaggi noti permette a questi Paesi di associare il proprio nome a valori globali: sport, intrattenimento, cultura. In altre parole: se associ il tuo Paese a Cristiano Ronaldo o Neymar, cominci a riscrivere la narrazione internazionale su di te.

2. Brand positioning nazionale

Questi investimenti sono campagne pubblicitarie globali camuffate da sponsorizzazioni sportive. Il nome “Qatar” che compare sulle maglie del PSG o “Visit Saudi” che spunta nelle grandi manifestazioni culturali non è un caso: è marketing territoriale allo stato puro, destinato a costruire brand awareness e attrarre turismo, business e investimenti.

3. Diversificare l’economia

Molti di questi Paesi stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dal petrolio. Come? Investendo in sport, intrattenimento, innovazione e turismo. Costruire campionati di calcio competitivi, organizzare eventi internazionali, attrarre investitori stranieri: tutto serve a creare nuove fonti di reddito.

4. Stile di vita e futuro

Attirare celebrità significa anche rendere più appetibile il proprio Paese per expat, aziende e professionisti. Se grandi nomi scelgono di vivere e lavorare a Dubai o Riyadh, l’immagine internazionale migliora. E anche i giovani locali iniziano a sognare un futuro meno dipendente dal settore petrolifero.