Greta Thunberg ha scelto il mare. Non per protestare, ma per portare attenzione. Un viaggio lento, consapevole, rivolto a chi oggi non ha voce né pace: il popolo palestinese.

In un tempo in cui tutto corre, lei rallenta. Perché ci sono conflitti che non fanno più notizia. E ci sono sofferenze che rischiano di diventare abitudine.

La comunicazione, se è solo rumore, non serve.
Ma se è ascolto, presenza e responsabilità, può diventare ponte. Greta non parla per sé. Comunica per chi è rimasto invisibile.
E ci ricorda che ogni gesto, ogni parola, ogni immagine… può aprire una breccia nel silenzio.

Dove c’è buio, anche una piccola luce può indicare la strada.

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